venerdì 24 luglio 2009

Paradosso del Manager

Sono sempre stato affascinato da uno dei paradossi che ogni giovane manager deve affrontare.

Tu fai un lavoro, e sei bravo. Sei un bravo programmatore, o barista, o tecnico contabile.

Un giorno arriva un signore e ti dice <<sei bravo nel tuo lavoro, sei così bravo che ora ti promuoviamo e ti assegniamo un gruppo di persone: diventi il capo!>> Da quel momento: da programmatore diventi capo di programmatori, da barista capo di baristi, da tecnico contabile a capo dei tecnici contabili.

Bene: tu sei bravo e vuoi continuare ad essere percepito come tale. Peccato che ora la via verso il tuo successo passi per le capacità tecniche di altri: tu vinci se loro vincono, tu vinci se loro sono bravi almeno quanto sei bravo tu a fare quel lavoro.

Peccato che tu quel lavoro non lo faccia più: sei stato promosso perché facevi bene un lavoro e ora, se vuoi vincere, non lo devi più fare. Questo paradosso è la causa principale di una delle malattie mortali che affliggono il management: il micromanagement.

Un micromanager è un manager che ha la tendenza a controllare con eccessivo dettaglio il lavoro dei suoi dipendenti/impiegati. In pratica, indipendentemente dalla qualità e dal livello dei propri collaboratori, il micromanager avrà comunque la tendenza ad intromettersi in qualsiasi attività nel suo raggio d'azione.

PierG

9 commenti:

  1. Bel post.
    Il mio salto a "capo" non é lontano nella mia memoria. E aggiungo che non solo è difficile evitare di essere un micromanager, ma anche non spingersi nella direzione opposta: allontanarsi troppo dalle proprie vecchie responsabilità (per paura, per desiderio di non interferire con il lavoro di chi collabora con te, per troppi impegni) è un rischio e un errore, che scollega troppo dal canale di comunicazione del team...

    "You are the boss...now"

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  2. Io credo che il principale pericolo sia la despecializzazione accelerata. Ti cali in un altro ruolo, con inevitabilmente un approccio diverso e... devi cambiare mestiere.

    Occorre puntare ad avere un giusto mix di competenze per mantenersi credibilità e possibilità di crescita equilibrata....non facilissimo...

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  3. Se ci pensi, la radice del problema sta proprio nell'incipit: "sei bravo nel tuo lavoro, sei così bravo che ora ti promuoviamo"

    e perchè di grazia ? se sono bravo, datemi un aumento, fidatevi di più delle mie opinioni, accondiscendete alle mie richieste, fatemi stare meglio ... perché promuovermi ?

    se ci pensi, un attore più diventa bravo più guadagna, non diventa sceneggiatore, e poi regista, idem per un musicista, o per un pittore: non è che in quanto bravo lo fanno prima gallerista, poi critico e infine direttore della biennale ...

    Secondo me è un falso problema. Pagando il merito, e non usando come escamotage per il maggior compenso la scala gerarchica, il problema svanisce.

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  4. Finelli,
    'sarebbe' un falso problema: sono d'accordo al 10% su quello che scrivi e, come sai bene, è quello che succede.
    E poi c'è il caso in cui la persona gradisca cambiare: il problema si pone ugualmente.
    PierG

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  5. PierG,
    si tratta del noto "principio di Peter": in una organizzazione ogni dipendente sale fino a raggiungere il massimo della sua incompetenza.
    Corrette le riflessioni precedenti, anche se in molti campi (informatica compresa) l'aumentata esperienza consente a quelli "bravi" di allargare la propria visione e "dunque" il proprio livello gerarchico!

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  6. Dimenticavo: http://en.wikipedia.org/wiki/Peter_Principle
    ciao
    c

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  7. Però sto Peter, se aveva idee simili alle mie doveva essere uno bravo :)

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  8. Bella la premessa e in effetti è un argomento che fa riflettere.
    Concordo con l'intervento di finelli che trovo particolarmente azzeccato.
    Credo che il problema sia proprio la difficoltà nel capire quando (e se) una persona è in grado di ricoprire la carica di Manager o se deve essere semplicemente più motivato (con tutti gli strumenti che il Management dovrebbe essere in grado di utilizzare) a continuare a fare ottimamente il suo lavoro, migliorandosi ancora e facendo da esempio positivo per i suoi colleghi.
    Non tutti hanno le capacità per fare il manager e penso che promuovere a Manager un ottimo tecnico con scarse capacità manageriali sia una fesseria.
    Personalmente ritengo di essere un buon tecnico con scarse qualità manageriali: aumentarmi lo stipendio, affidarmi qualche novellino, farmi lavorare a progetti strategici sarebbero un buon modo per "promuovermi". E se non mi rendessi conto di ciò, non mi si dovrebbe dare il posto da Manager solo per farmi contento. Ci sono altri modi!
    Nella mia esperienza ho visto fin troppi Manager ex-tecnici che pretendono di intrufolarsi nel loro vecchio mondo senza rendersi conto che quello è il loro passato... e volerci tornare non è un buon segno!

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  9. Consiglio a tutti di ascoltare questa intervista sulla Leadership: http://dc119.4shared.com/download/106458555/3d5da6c1/A0023225.mp3

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