mercoledì 15 dicembre 2010

Top Scuse 2010

Elenco delle scuse migliori 2010 per giustificare un ritardo (tutte vere :) ):
  1. stavo per investire un vecchietto
  2. stavo sbrinando il frigo
  3. stavo finendo di imbottigliare
Votate il vostro preferito nei commenti!
PierG

mercoledì 1 dicembre 2010

Una piccola innovazione che tira l’altra

Segnalo il post Oggi Mamma Lavora da Casa dove Chiara Ronchetti di Microsoft ci racconta dell’Home Office Day:

Si chiama Home Office Day e vuol dire che oggi la mamma lavora come sempre, ma da casa. […] è una bella iniziativa che coinvolge tutti gli 830 colleghi, resa possibile da una ADSL casalinga (pagata dall’azienda), da un PC portatile, da uno smartphone e, soprattutto, da un pensiero lungimirante.

Il pensiero lungimirante comes first, ma la strategia dietro (portatile, smartphone, ADSL pagata …) ci deve essere: una piccola innovazione che tira l’altra. Non mi direte mica che nella vostra azienda hanno ritirato i telefonini per risparmiare sulle bollette, vero?!? :)

PierG

giovedì 23 settembre 2010

La cappa di tristezza

La cappa di tristezza è un fenomeno meteorologico: è quello strato di aria pesante, umida, visibile in città nelle giornate molto calde e umide. Quella cosa spugnosa che rende difficile il respiro e smorza gli entusiasmi.

La cappa di tristezza è uno stato alterato di coscienza: come quando ci si alza alle 3 di mattina dopo aver mangiato troppo la sera. Tutto è offuscato, c’è un senso di malessere nel corpo: uno vorrebbe continuare a dormire o svegliarsi ma liberandosi. Tutto è strano, impalpabile ma fastidioso.

La cappa di tristezza è un fenomeno che colpisce le persone, le famiglie e le organizzazioni. Intorpidisce i pensieri, rallenta la azioni, imputridisce le relazioni.

Come si esce? Con un ben temporale, una ventata di tramontana fresca, una profonda vomitata. Si può anche pazientare immobili, per non sudare, e aspettare che passi: a volte funziona … a volte … ma non sempre in tempo.

PierG

mercoledì 8 settembre 2010

venerdì 3 settembre 2010

Donne al centro

Ho appena assistito ad uno scambio di insulti dai finestrini delle macchine causa semi-collisione in una rotonda.

Lui a Lei <<Sei proprio una tr.ia>>
Lei a Lui <<Figlio di pu..ana>>

Interessante e avvilente come l’insulto, che sia indirizzato ad un uomo o ad una donna, abbia spesso come ‘target’ la donna e il sesso.

PierG

lunedì 30 agosto 2010

Traduzione dell’Agile Manifesto

Chi ha tradotto l’Agile Manifesto in Italiano ha fatto per me un buon lavoro nel cercare di rimanere fedele in modo letterale al testo originale: penso infatti che la scelta di singoli termini in inglese sia stata fatta in modo molto ponderato.

In una mia elucubrazione notturna ho pensato di fare un ulteriore passo e di pensare all’Agile Manifesto non come un testo tecnico ma come una poesia dove la traduzione deve essere più fedele al significato che ai singoli termini. Insomma … come se lo avesse scritto un italiano.

Ecco quindi un primo frutto del mio sforzo: la prima cosa che noto è che è molto meno conciso ma …

Stiamo scoprendo dei modi migliori di fare software scrivendolo e aiutando gli altri a farlo. In questo percorso abbiamo scoperto e sperimentato l’importanza che hanno:

le persone e le relazioni tra persone, piuttosto che i processi e gli strumenti che usano
il software che funziona, piuttosto che la documentazione completa
il lavoro col cliente sul software, piuttosto che sul contratto
la risposta al cambiamento, piuttosto che l’attuazione di un piano

Questo vuol dire che, se c’è valore nella parte destra di queste frasi, pensiamo ci sia ancora maggior valore nella parte sinistra.

Fatevi sentire!

PierG

martedì 3 agosto 2010

Chiusura condizionale

Lo scorso venerdì era l’ultimo giorno di scuola d’infanzia per mio figlio: da Settembre si va alle elementari!

Quando siamo arrivati all’8 Marzo, lui era particolarmente taciturno e apparentemente triste: ha iniziato ad abbracciarmi e a tenermi stretto, cosa alquanto rara.

Dopo qualche secondo di silenzio ho iniziato: ‘Giammy, è ora di andare per papà’ … ‘Devo andare’ … ‘Arriverò tardi al lavoro’ … ma niente. Per minuti è stato stretto a me, non voleva chiaramente lasciarmi andare.

A quel punto mi sono seduto su una piccola seggiolina e ho detto: ‘ok stai tranquillo, non me ne vado fino a che non sei pronto. Mi dici TU quando posso andare, ok?’ … lui ha annuito.

Dopo pochissimi secondi (molto meno di quanto potevo sperare) ha tirato su la testa, si è staccato e mi ha detto: ‘ok, puoi andare, ciao’ ed è corso verso i suoi amici.

Il solo fatto che io gli abbia fornito una scelta (per altro finta, io comunque me ne sarei andato e lui lo sapeva), ha portato la situazione verso una cornice soluzione.

Puoi immaginare una situazione in cui puoi usare questa strategia?

PierG